Articolo su come evitare le scottature solari pubblicato dalla rivista ASM – EDUCAZIONE ALLA SALUTE – a cura della Dr.ssa Floria Bertolini, specialista in Dermatologia e Venereologia.
La dr.ssa Floria Bertolini svolge attività di dermatologo a Padova, Vicenza e Rovigo.

I bambini vanno protetti dalle scottature solariPubblicato su: Notizie ASM – Educazione alla Salute    Anno 11 – n. 3 – Maggio Giugno 2005

Titolo originale..Al sole sì, ma con cautela (i rischi per la pelle).

La luce del sole è indispensabile alla vita, ma rappresenta anche un notevole pericolo per la pelle, specialmente per quella dei più piccoli. Le radiazioni solari possono infatti provocare diversi tipi di tumore cutaneo maligno, la cui frequenza è oggi in aumento. È quindi necessario che i genitori evitino ai loro bambini scottature solari, adottando precauzioni che le prevengano e ne scongiurino così le possibili conseguenze negative a lungo termine. Seguendo un semplice decalogo di regole protettive, il sole diventerà, per grandi e piccini, il vero amico dell’estate.

II sole, indispensabile fonte di energia per la vita, è anche la maggiore fonte di emissione di radiazioni ultraviolette (UVA e UVB). Le radiazioni UVB sono note per gli effetti cancerogeni da molto tempo, mentre ai raggi UVA, responsabili dei meccanismi di fotosensibilità, è stata riconosciuta una “colpevolezza” mutagena più di recente.

Scottature maligne

I tumori cutanei maligni possono essere divisi sommariamente in due categorie: le neoplasie di origine epiteliale e il melanoma. Le prime generalmente appaiono dopo i 50 anni e sono l’espressione dell’invecchiamento cutaneo: esiste comunque una relazione tra il numero di ore in cui si è stati esposti al sole e la comparsa della neoplasia. Oltre al tempo di esposizione intervengono fattori individuali, come il fototipo (determinato dal colore della pelle, degli occhi e dei capelli), e cause ambientali, quali l’incidenza delle radiazioni, i fenomeni di riverbero, e così via. L’insorgenza del melamona, invece, è da mettere in relazione alle scottature solari, soprattutto se subite nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza. Pertanto è necessaria la sensibilizzazione dei genitori e delle nuove generazioni ad una esposizione al sole priva di rischi, soprattutto se si tiene conto del fatto che attualmente la frequenza dei melanomi maligni è in aumento, sia in Europa che in Nord America e in Australia.

Nei da tenere d’occhio

I bambini nascono con una pelle bella, elastica, morbida e di un colorito omogeneo. Generalmente, alla nascita, il bimbo non ha nevi: solo eccezionalmente può presentarne uno, e in tal caso si parla di nevo congenito. I nevi, o nei, appaiono successivamente. La loro comparsa va posta in relazione a fattori genetici e alle esposizioni solari. È infatti ormai evidente come le ustioni solari subite in età pediatrica e nell’adolescenza influenzino la melanogenesi: lo dimostra il fatto che si può generalmente osservare un numero inferiore di nei in corrispondenza delle zone usualmente coperte. Una quantità elevata di nei aumenta la probabilità che uno di questi nel tempo degeneri, anche se va precisato che il melanoma non insorge esclusivamente su un neo preesistente: talvolta può comparire ex novo.
I nei sono chiazze o macchie pigmentale rilevabili sulla pelle: possono essere piane o in rilievo, e assumono forme e dimensioni diverse. Rappresentano lesioni cutanee benigne, ma, quando un neo perde la propria stabilità e non appare più circoscrìtto, è bene che venga attentamente valutato dallo specialista dermatologo, che verificherà l’eventuale necessità di intervenire con un’asportazione chirurgica per un controllo istologico del tessuto. Prima della pubertà i nei generalmente non sono a rischio e quindi, di norma, non si effettuano controlli clinici, fatta eccezione per i nevi congeniti giganti, oppure in caso di familiarità per tumori cutanei. È comunque importantissimo conoscere una semplice regola, detta del’ABCDE, che va seguita per una primaria autovalutazione dei propri nei, il cui scopo è costituito dall’individuazione di quelli eventualmente a rischio, che evidenziano le caratteristiche qui di seguito elencate:

  • A come asimmetria del neo; B come bordi, irregolari e frastagliati;
  • C come colore, non uniforme o particolarmente scuro;
  • D come dimensione, superiore a 6 millimetri di diametro;
  • E come evoluzione, cioè variazione dell’aspetto iniziale di uno dei parametri sopra descritti.

Le regole della prevenzione

Non deve mai essere dimenticato che il sole è la fonte da cui tutti gli esseri viventi sulla terra traggono energia vitale: per quanto riguarda l’uomo, vogliamo ricordare i suoi benefici effetti sul rachitismo e sull’umore, che non devono però farci trascurare alcune semplici regole di prevenzione. Rispettandole, i genitori eviteranno ai loro bambini le spiacevoli conseguenze dei raggi solari nell’immediato (come gli eritemi solari e le ustioni) e a lungo termine (come le neoplasie), e potranno trascorrere una gradevole estate all’aria aperta. Ecco un sintetico decalogo da tenere sempre a mente.

  • Non esporre al sole in modo diretto i bambini al di sotto dei tre anni.
  • Evitare l’esposizione nelle ore in cui lo spettro solare è più ricco in raggi UVB, e cioè tra le 12 e le 16.
  • Usare un’adeguata fotoprotezione con creme filtro a fattore elevato per UVA e UVB, resistenti all’acqua e fotostabili.
  • Applicare il prodotto solare ogni 2-3 ore e mezz’ora prima di esporsi.
  • Proteggere il bimbo con cappello, occhiali e maglietta.
  • Non dimenticare di proteggere il piccolo anche nelle giornate nuvolose, perché i raggi del sole filtrano ugualmente.
  • Prestare attenzione alle superfici riflettenti, come acqua e sabbia.
  • Predisporre una dieta ricca di frutta, ad alto contenuto di vitamina C e di betacarotene.
  • Far bere spesso il bambino per compensare la traspirazione.
  • Usare prodotti lenitivi come doposole

 

Vedi anche l’articolo “Creme solari: difesa sicura dall’esposizione al sole?