Creme solari: difesa sicura dall'esposizione al sole?La dottoressa Floria Bertolini, attualmente dermatologo a Padova, Vicenza, Rovigo, Piove di Sacco, risponde su Dolce Attesa – giugno 2011 – rubrica a cura di Maurizio Fabbri – alla richiesta di una lettrice sull’aumento del numero di melanomi. nonostante l’uso di crema protettiva.

 

Negli ultimi tempi, tra gli studiosi ci sono state diverse discussioni sulla relazione tra melanoma e creme solari, in particolare sulla realtà efficacia protettiva rispetto all’insorgenza di questi tumori cutanei, i più maligni. DI recente, è stato però accertato che non è così. Secondo le ultime ricerche, i dati controversi sulla capacità di difesa dei filtri nei confronti del melanoma possono dipendere dal fatto che nel passato la formulazione della crema solare mirava a schermare soprattutto dall’azione dei raggi ultravioletti B (UVB), ritenuti dalla comunità scientifica i maggiori fattori cancerogeni per la cute. Al contrario, questi stessi filtri offrivano poca o nessuna protezione dai raggi ultravioletti A (UVA), il cui ruolo nella formazione di tumori cutanei è stato messo in luce soltanto negli ultimi anni. Tuttavia, a causa della maggiore sicurezza che si riteneva garantita dall’utilizzo delle creme protettive, le ore di esposizione giornaliera al sole aumentavano e cresceva il rischio di tumori della pelle e di melanoma (per quest’ultimo c’è una correlazione soprattutto con le ustioni solari, soprattutto in età pediatrica e giovani under 20 ) provocati dagli UVA. Si è visto infatti che, pur essendo meno pericolose, le radiazioni UVA diventano anch’esse rilevanti dal punto di vista oncologico, perchè nell’arco della giornata la loro presenza è quasi costante, a differenza di quanto accade per gli UVB, concentrati tra le 11 e le 16. Alla luce di queste conoscenze, la crema solare viene ora formulata fornendo una copertura più equilibrata per UVA e UVB e in futuro si dovrebbe riscontrare un beneficio protettivo anche nei confronti del melanoma.

E’ poi indubbio che non bisogna dimenticare gli indumenti (cappello, occhiali, vestiti) come protezione dalle radiazioni solari. Occore però saperne valutare attentamenete l’efficacia. Il cotone ripara molto più delle fibre sintetiche e l’abbigliamento più pesante protegge maggiormente rispetto a quello più leggero.Ma oltre alla fotoprtezione “passiva” dalle radiazioni, attuata evitando esposizioni prolungate al sole, impiegando un abbigliamento adeguato e utilizzando  creme protettive, è importante la protezione “attiva” mirata a tenere indenni le cellule dai danni al DNA causati dai raggi UV o a riparare  tali  alterazioni. A questo proposito, è notevole il ruolo degli antiossidanti /AOS), sia per uso locale sia a livello sistemico attraverso la dieta e l’assunzione di integratori.Ttra queste sostanze benefiche ricordiamo i flavonoidi, che si trovano nella frutta e nella verdura molto colorate, i polifenoli, contenuti per esempio nel té verde, la vitamina E, l’acido ascorbico, o Vitamina C, la silimarina, presente nel cardo e i derivati della soia, del ginkgo biloba, del trifoglio rosso.