Titolo originale: “Disidrosi, prurito da curare”. Pubblicato sulla rivista “Educazione alla Salute” della fondazione ASM, gennaio – marzo 2011. Autrice Floria Bertolini.

Disidrosi in un dito della manoQuando il prurito è localizzato esclusivamente nelle dita delle mani o dei piedi e si ripresenta periodicamente, siamo usualmente di fronte alla disidrosi. Si tratta di una malattia della pelle di origine psicosomatica, vale a dire riconducibile a quella parte del sistema nervoso che non è sotto il controllo della volontà dell’individuo, ma è condizionata dai suoi stati d’ansia. La terapia è costituita da cortisonici per uso locale che, nella donna in gravidanza, dovranno essere scelti fra quelli sicuri per il feto. Questa indicazione, valida per ogni somministrazione di farmaci nei nove mesi dell’attesa, risulta particolarmente imperativa nel caso della disidrosi, che richiede cure molto prolungate per poter essere debellata definitivamente. Questa patologia può essere confusa con altre dermatiti, allergiche o meno, la cui presenza viene esclusa con l’esecuzione di opportuni esami diagnostici

La disidrosi è una malattia della pelle caratterizzata dalla presenza di vescicole, raggruppate o disseminate sulle facce laterali delle dita delle mani e dei piedi e, nelle situazioni più impegnative, possono estendersi anche al palmo delle mani e alla pianta dei piedi. Si tratta di una patologia che ha carattere ricorrente e predilige il periodo primaverile e quello estivo.

Un’origine psicosomatica?

Ogni episodio inizia con il sintomo del prurito, avvertibile sempre nelle stesse sedi e con le medesime caratteristiche. Al prurito segue la fase delle vescicole, poi la desquamazione. A volte le vescicole sono molto piccole, per cui chi ne soffre non percepisce la loro presenza e gli sembra che al prurito faccia seguito immediatamente la fase desquamativa. Altre volte le vescicole diventano confluenti, formando ampie vesciche che si estendono anche ai palmi delle mani e alle piante dei piedi. La concomitanza , molto frequente, della iperidrosi alle mani e ai piedi, cioè di una condizione in cui si verifica un aumento della produzione di sudore in relazione a stimoli termici ed emozionali, aveva fatto credere che le vescicole fossero dovute a un disordine della ghiandola sudoripara stessa, con ritenzione del sudore. Con lo studio istologico delle vescicole si è però chiarito che non è così, e che le vescicole provocate dalla disidrosi sono indistinguibili da quelle che si osservano nell’eczema. La disidrosi è quindi una malattia psicosomatica in parte ancora non chiarita, a componente neurovegetativa. Ciò significa che è riconducibile al sistema nervoso autonomo, vale a dire a quella componente del sistema nervoso che non è sotto il controllo della volontà dell’individuo, ma agisce autonomamente, regolando funzioni vitali come la digestione, il battito cardiaco, la sudorazione e la vasodilatazione. Generalmente ne soffrono i soggetti ansiosi.

Terapia da ripetere a lungo

La terapia è costituita da cortisonici per uso locale, a partire dai primi sintomi e fino alla completa regressione delle manifestazioni. Dato che il prurito mostra sempre le stesse caratteristiche, il paziente impara a riconoscere l’inizio di una nuova recidiva e può reiterare la cura. Una strategia obbligata, se si considera che la guarigione non avviene mai dopo un trattamento, e che la patologia si protrae per molti mesi e spesso per qualche anno. Tuttavia, se viene controllata dalla terapia steroidea locale, la disidrosi presenta episodi sempre più brevi di malattia e periodi sempre più lunghi di remissione, fino a scomparire. Poiché alcuni steroidi, negli ani-mali, sono risultati teratogeni, cioè capaci di provocare malformazioni, lo steroide da utilizzare per contrastare la disidrosi nelle donne in gravidanza deve essere il più simile a quello naturalmente presente nell’organismo umano, come è il caso del prednisone e del prednisolone. Si devono inoltre evitare gli steroidi più potenti, per non inibire l’attività delle surrenali del nascituro, importanti organi endocrini che hanno il compito di regolare l’equilibrio idrico, di controllare l’equilibrio meta-bolico dei glucidi, dei grassi e delle proteine, e rivestono un ruolo nella produzione degli ormoni sessuali e nel controllo dello stress.

Tutte le malattie simili

La disidrosi può essere confusa facilmente con la dermatite allergica da contatto (DAC), che è clinica-mente sovrapponibile. La DAC è dovuta alla sensibilizzazione verso sostanze con cui la pelle delle mani o dei piedi dei soggetti predisposti è rimasta a contatto per periodi abbastanza lunghi e a concentrazioni sufficienti. Viene diagnosticata tramite i patch test, che si effettuano applicando, generalmente sul dorso, le sostanze sospettate di poter essere responsabili dell’allergia, chiamate apteni, scelte fra quelle che più spesso provocano questo disturbo nella popolazione. Nella DAC si ha la positività per uno o più apteni che si testano, mentre nella disidrosi i patch test sono negativi. Un’altra forma di dermatite simile alla disi-drosi è il piede d’ atleta, provocato da funghi della pelle e caratterizzato da desquamazione degli spazi interdigitali e vescicole disidrosiformi plantari ad evoluzione subacuta-cronica. Il processo può estendersi alle facce laterali delle dita e dei piedi. Esiste anche una varietà di vescicole alle mani causate dallo streptococco ma, a differenza della disidrosi, que-sta forma evolve verso la pustola-zione: le pustole, diversamente dalle vescicole, non hanno un contenuto trasparente, ma giallognolo.

La dr.ssa Floria Bertolini svolge attività di dermatologo a Padova, Piove di Sacco, Vicenza e Rovigo.