Al XXI Congresso Nazionale AIDA, la dott.ssa Floria Bertolini è stata la responsabile scientifica del corso sulle malattie dermatologiche da causa professionale, uno dei corsi che sono stati svolti durante il Congresso Nazionale dei dermatologi ambulatoriali, e “On Medicine Congress Report” , che ha dedicato una pubblicazione sull’eczema cronico delle mani, riporta una breve sintesi di quanto trattato durante il corso in merito alle dermatiti allergiche da contatto (DAC) da causa professionale, di cui l’eczema alle mani è la localizzazione più frequente.

Le dermatiti da contatto, malattie dermatologiche professionali.

Negli ultimi decenni la richiesta di indennizzo per le malattie dermatologiche professionali all’INAIL è in netto decremento. Questo dato è in gran parte riconducibile alla migliore tutela della salute dei lavoratori, garantita dalle normative in ambito previdenziale a partire dal DL.vo 277/1991 e successivi decreti, e ad altri fattori, tra i
quali di particolare rilievo è la ridotta ottemperanza agli obblighi di legge che incombono sui clinici in materia di denuncia/segnalazione delle malattie da causa lavorativa.

Ogni medico che effettua la diagnosi di una malattia professionale è infatti tenuto a compilare un apposito modulo in triplice copia (Tab. 4, Fig. 20). Per quanto riguarda le numerose patologie professionali dermatologiche tutelate dall’INAIL, le cosiddette ‘malattie tabellate’, le nuove tabelle hanno previsto una moderna sistemazione e classificazione nosologica, con sei voci nell’elenco dell’industria e quattro voci nell’elenco dell’agricoltura.

“Nel caso in cui all’interno delle predette voci di tabella non fosse possibile identificare l’agente patogeno ritenuto causa della malattia – precisa la dottoressa Floria Bertolini di Padova, coordinatrice AIDA (Associazione italiana dermatologi ambulatoriali) e GIDerMaP (Gruppo italiano dermatologia malattie professionali) per il Veneto – questo potrà essere individuato nella parte dedicata alle malattie da agenti chimici”.

Le patologie dermatologiche più numerose comprese nelle tabelle dell’INAIL sono le dermatiti da contatto allergiche (DAC) e le dermatiti da contatto irritative (DIC), per le quali esistono sostanze chimiche indicate nella tabella come sensibilizzanti tipici di un lavoro; per esempio, il bicromato di potassio e l’eczema da cemento negli edili.

Dal momento che la sensibilizzazione prevede un periodo di lavoro prima che si manifesti la DAC, per stabilire se la dermatite osservata è di natura professionale è fondamentale stabilire:

  • che la sensibilizzazione non fosse già presente prima dell’inizio dell’attività, ma si sia sviluppata dopo un periodo adeguato di esposizione protratta e continuativa
  • che ci sia rilevanza tra l’esposizione e la sede delle manifestazioni iniziali
  • che alla cessazione dell’esposizione all’allergene la malattia regredisca e ricompaia con la ripresa del lavoro e, quindi, con l’esposizione all’allergene (test di arresto/
    ripresa positivo).

“Nella dermatite allergica da contatto – continua la dermatologa – le manifestazioni impiegano un tempo maggiore a ripresentarsi, alla ripresa del lavoro, rispetto alle dermatiti irritative da contatto, dato che è necessario che venga riattivato il meccanismo della risposta immunitaria, che per le DAC è di tipo allergico ritardato.

Nelle DIC, invece la reazione è rapida, da poche ore al giorno, trattandosi di una risposta che non implica una reazione allergica, ma un evento infiammatorio reattivo nei confronti di una sostanza che, se non maneggiata con adeguata protezione, provoca sempre irritazione”.

Il primo presidio che deve essere utilizzato per prevenire le dermatiti da contatto è rappresentato dai dispositivi di protezione individuali (DPI) che il medico competente della ditta deve indicare per ogni lavorazione in base alle schede tecniche delle sostanze maneggiate, e per ogni lavoratore tenendo in considerazione eventuali allergeni
cui sia sensibilizzato.

“Per esempio – spiega la dottoressa Bertolini – se un individuo è sensibilizzato al bicromato di K, non potrà usare guanti in pelle fiore di bovino, anche se sono i guanti di prima scelta per maneggiare i prodotti della lavorazione cui è addetto. In questo caso o si usano guanti di altro materiale, purché adeguato alla sostanza da manipolare, oppure il lavoratore dovrà essere spostato di mansione. Qualsiasi guanto debba essere usato, inoltre, chi ha già una sensibilizzazione dovrebbe interporre tra il guanto e la cute un guanto in filo di cotone”.

“Le segnalazioni agli organi della pubblica amministrazione – conclude la dottoressa – permettono di prevenire i rischi e reprimere eventuali condotte illecite da parte dei datori di lavoro; le segnalazioni al Registro delle malattie causate dal lavoro o ad esso correlate consentono poi l’aggiornamento delle tabelle delle malattie che sono in uso all’INAIL per riconoscere le malattie professionali da risarcire in relazione alle diverse attività lavorative”.

 

Nella diagnosi differenziale dell’eczema alle mani può essere utile considerare la Disidrosi

 

 

Scarica il congress report completo sull’Eczema  cronico delle mani in formato pdf.